Giovanni (Marconi), avvocato che s'avvia a fare il magistrato, s'innamora a San Gimignano (Siena) di Eugenia (Rossellini), antropologa che s'occupa di teatro di animazione, già legata sentimentalmente a Enzo (Placido), intento al progetto di una comune agricola su terre abbandonate. Si ritrovano anni dopo. Tolti pochi momenti di grazia (l'intermezzo fantastico del pifferaio di Hammelin; la notte sull'aia dopo la caccia; il ritorno dalle terre occupate), è tormentoso e opaco, persino qua e là banale, come non era mai successo in un film dei Taviani. In questo film poco rosselliniano, la presenza di Rossellini incombe con la citazione del finale di Germania anno zero, mediata sul volto della Rossellini che, a sua volta, e non soltanto per la somiglianza fisica, evoca il ricordo di sua madre Ingrid Bergman.